
Opere d'arte
La numerazione fra parentesi rimanda alla cartina della sezione "home"
Al termine delle operazioni di restauro sono stati ricollocati gli arredi lignei, anch'essi restaurati, come pure la pala e l'altare ligneo con il paliotto, i due dipinti e le carteglorie.ARREDI LIGNEI: DOSSALI, INGINOCCHIATOI E CANCELLATA, PANCHE, STIPI


Dossali dell'aula (1)

Fra l'aula e l'abside è posta una cancellata in noce impostata su una base che funge da inginocchiatoio ed interrotta centralmente dalla porta. Su quest'ultima, al centro del pannello inferiore, è intagliato lo stemma della famiglia Buzzatti.

Nella piccola abside si trovano un armadietto a muro in noce (fine del XIX secolo) e due stipi angolari posti ai lati dell'altare (XVII sec).
Questi ultimi risultano particolarmente gradevoli per la semplice ma attenta fattura, impreziosita da un elegante lavoro d'intaglio sulle ante, sulla fascia sottopiano, sui montanti e sulle due alzatine. Infine, sui brevi lati del vano, sono poste due panche in noce, realizzate seguendo l'andamento delle pareti e formate dalla sola seduta poggiante su robuste gambe intagliate. Anche la fascia che corre sotto la seduta è lavorata ad intaglio.

Altare ligneo (4)


La struttura lignea di quest'ultimo si sviluppa da una predella con dadi in aggetto su cui poggiano le quattro colonne a candelabra che scandiscono lo spazio architettonico per i dipinti, con la Madonna al centro e i santi Rocco e Nicolò ai lati.
Le colonne sono concluse da capitelli corinzi sui quali corre un'architrave spezzata. Dietro ad ogni colonna compare una parasta con decori vegetali a rilievo. Su queste si impostano gli archi a sesto ribassato, con intagli vegetali, che delimitano le aperture a portale in cui trovano posto i dipinti dei due santi laterali.
Lo spazio centrale occupato dalla Madonna con il Bambino è molto più elaborato: il dipinto è inserito in una cornice a forte strombatura, con ampia fascia centrale limitata da modanature piane.
Sopra e sotto corrono due specchiature rettangolari con intrecci geometrici alla moresca decorati a sgraffito con motivi vegetali stilizzati; anche la larga fascia della cornice strombata presenta una decorazione a sgraffito con stelline dorate sul fondo a tempera di azzurrite. Intagli dorati realizzano elementi decorativi classici alla lombarda di grande raffinatezza: nelle specchiature della predella e della cimasa spiccano, tra l'altro, un cavallo con due delfini, grottesche in un viluppo di virgulti e grappoli d'uva, erme romane (busti), vasi con fiori e frutta, cherubini con nastri e perle.
Il motivo delle grottesche e delle erme romane pare quasi una derivazione diretta dal repertorio del grande pittore feltrino Lorenzo Luzzo (detto il "Morto da Feltre”"), con cui Vittore Scienza ebbe

L'opera si trova ora posata sopra una base lignea con fregio vegetale che la solleva dal piano della mensa in muratura, ed è addossata alla parete di fondo dell'abside.
L'attuale collocazione, fra i due piccoli stipi angolari in noce ed il paliotto tardo seicentesco sul fronte, è forse ottocentesca.
Alcuni particolari tecnico esecutivi:
(Dimensioni massime: cm 180x231x30). Tutte le parti ad intaglio sono eseguite in legno di tiglio mentre la carpenteria strutturale è in abete rosso. La struttura è costruita con abili sistemi ad incastro, perni di legno e solo rari chiodi. Gli strati preparatori evidenziano una doppia stesura (gesso grosso e fine). Tutte le dorature risultano eseguite a guazzo su strati bolari gialli e rossi e brunite.
Raffinata è la tecnica a sgraffito in azzurrite, lacca verde e lacca rossa, eseguita su foglia d'oro.

Cornice lignea del paliotto (5)


La struttura è tripartita da due lesene decorate con volute a foglie d'acanto e testine di cherubino fra cui spiccano due stemmi araldici. Quello di sinistra appartiene al vescovo di Belluno G. Berlendis, 1653-1693 mentre per quello di destra è possibile l'attribuzione all'arma della famiglia Foro (Di) o a quella

Alcuni particolari tecnico esecutivi:
(Dimensioni massime: cm 212x104x9). La struttura, in legno d'abete con intagli in cirmolo, fu ridotta nelle parti laterali esterne, probabilmente per adattarla alla nuova collocazione. Risulta di particolare interesse il rapporto cromatico fra il fondo azzurro a smaltino e le dorature a guazzo su boli aranciati. Gli stemmi e le testine di cherubini hanno una cromia ad olio.

Paliotto in cuoio (5a)


Risultano mancanti due porzioni di pelle, già risarcite in passato con toppe fissate sul retro, ed ora restaurate. Il fondo del supporto era ricoperto da lamina d'argento (in parte a vista) e verniciato a mecca per ottenere l'effetto di doratura.
Al centro spicca un medaglione in cui è raffigurata una “Madonna con Bambino ”inquadrata da ampie volute vegetali. Essa è stata eseguita in policromia con un legante oleoso mentre la vivace decorazione fitomorfa comprende lacche di colore rosso ed azzurro.
Un'efficace punzonatura (cinque ferri singoli o doppi con le rispettive varianti) sottolinea i contorni ed aumenta i riflessi decorativi dei fondi.
Alcuni particolari tecnico esecutivi:
(Dimensioni:cm 121x53). Il dipinto è applicato su un telaio ligneo mediante dei chiodi perimetrali ed è realizzato su due pezze di cuoio unite in origine mediante cucitura e successivamente incollate insieme verticalmente, nella zona centrale, con una fascia di tela posta sul retro. Il cuoio utilizzato è piuttosto grosso e compatto (si tratta presumibilmente di capretto conciato al vegetale).

Cornice lignea dorata (9)


Si compone di un riquadro centrale incorniciato da un sottile nastro fitomorfo intrecciato, attorno al quale si dipartono le ampie volute dal forte aggetto, intagliate e dorate. Può essere datata tra la fine del sec. XVII e l'inizio del sec. XVIII, realizzazione di una bottega d'intaglio vicina ai modi d'operare della bottega dei Brustolon a Belluno.
In origine custodiva un dipinto le cui dimensioni dovevano essere circa cm 45x61, ma venne riutilizzata nel 1895 per inserirvi la stampa che ricorda il recupero dell'altare da parte del Comune di Sedico.

Carteglorie (8)


Al di sotto delle stampe ottocentesche (visibili attualmente) sono presenti delle stampe settecentesche.

I DIPINTI
Trittico su tavola - altare (4 - 4a - 4b - 4c)

Nel prezioso altare ligneo sopra descritto è posto il famoso trittico: al centro si trova la Madonna con il Bambino, a sinistra San Nicola rivolto verso di Lei, a destra San Rocco con lo sguardo (stranamente) rivolto altrove. L'opera fu attribuita allo Pseudo-Boccaccino da Crowe - Cavalcaselle e pubblicata dal Fogolari nel 1909; con lo stesso nome comparve alla “Mostra d'Arte Antica” tenutasi a Belluno nel settembre 1950, il cui catalogo fu curato da Francesco Valcanover e Giuseppe Fiocco. Dello stesso pittore, ormai identificato con Giovanni Agostino da Lodi, è la “Lavanda dei piedi” delle Gallerie dell 'Accademia di Venezia, che riporta la data 1500 (l'oratorio di san Nicolò fu consacrato nel 1502).

La sua vena pittorica esprime affinità con i modi del Bramantino e del Solario, nonchè lievi suggestioni leonardesche.
Proveniente forse da Venezia (Fogolari, 1909), il trittico offre nella tavola centrale notevoli addentellati stilistici con Andrea Solario, mentre evidenti sono gli elementi veneziani nei santi laterali.
All'esteriore eleganza del panneggio corrispondono fredde tonalità di colori chiari e vivaci, tipico esempio, non privo di grazia, di questo

I tre dipinti sono realizzati su tavole di tiglio in masselli sprovvisti di incastro di giunzione ma perfettamente connessi tra loro, mediante incollaggio, e fissati all'altare.
La tecnica esecutiva è estremamente raffinata, con l'uso di stesure molto sottili di colore, soprattutto nelle campiture delle vesti, con strati finali di lacche
rosse, verdi e brune. Gli strati preparatori sono di colore ocra chiaro, probabilmente a base di gesso e colla, stesi in spessori piuttosto consistenti.
Le due tavole laterali presentano sul fronte una superficie dipinta con profilo coincidente alla sagomatura della cornice lignea. Nella porzione non dipinta si sono rilevate parti debordanti di preparazione bianca a gesso e colla, tracce di segni a sanguigna del perimetro, piccole porzioni di tessuto di tulle di seta che il pittore ha usato ad incammottatura delle tavole.
Nella tavola di San Nicola, in basso, sempre nella zona non visibile, si trova uno schizzo di modanatura. Il dipinto centrale è invece realizzato su una tavola costituita da un unico massello in legno di tiglio. Qui gli strati pittorici sono stesi su tutta la superficie lignea e gli spigoli presentano gli accumuli tipici delle rifiniture della policromia lungo i bordi, quindi la tavola è stata realizzata con le attuali dimensioni e dipinta integralmente.

Dipinti su tela: (10)

(Dimensioni: cm 50,5x73,0). Dipinto ad olio su tela. Il santo è rappresentato in lacrime, con la chiave in mano. La tela è lavorata con un filo di trama ed uno di ordito, con filato piuttosto sottile, tessuto fittamente. La preparazione è di colore bruno-rossiccio, quasi sicuramente a base di gesso e colla.
“Santo con giglio e Gesù Bambino ” di autore ignoto.
(Dimensioni: cm 50,5x73,0). Dipinto ad olio su tela.
Il santo è probabilmente San Luigi Gonzaga o San Gaetano da Thiene. La tela è lavorata con un filo di trama ed uno di ordito, come la precedente, ma con filato di medio spessore, tessuto fittamente. La preparazione è di colore ocra, a base di gesso e colla, stesa in strati sottili. La qualità artistica dei due dipinti in origine era sicuramente buona: c'è una definizione dei particolari, una capacità compositiva che fanno presupporre la presenza di una bottega di buon livello. Il santo col Bambino pare di periodo leggermente più tardo.