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L'oratorio

Elegante fastigio in cotto Il piccolo edificio, consacrato nel 1502, si compone di un’aula a pianta quasi quadrata che si apre nella bella abside poligonale. La copertura è voltata, con velette perimetrali, e diventa particolarmente ricca nella zona absidale dove realizza una volta ad ombrello con nervature evidenziate dalla colorazione rosso mattone. Sul raccordo centrale degli spicchi, sopra l’altare, si trova un medaglione con la mano benedicente in rilievo. La facciata, ben proporzionata, è "a capanna" e si conclude con un semplice ma elegante fastigio in cotto: questo materiale, che risalta sul fondo chiaro dell’ intonaco, realizza la definizione architettonica di tutto l’esterno della chiesetta formando le lesene in rilievo, che ritmano la superficie delle pareti, e il coronamento sottogronda del breve sporto. Sempre con elementi di laterizio sono realizzati l’alta zoccolatura di base, il bordo del piccolo rosone frontale e la delicata cornice a dentelli alternati che contorna l’ingresso.

Tutta la parete del fronte è alleggerita da una lieve trama di losanghe dipinte, come se fossero realizzate da mattoncini sovrapposti a sbalzo. Il portale d’ingresso è interamente in pietra e sull’architrave è scolpito lo stemma della famiglia Buzzatti (3) committente dell’opera. A lato si apre una bassa finestra, protetta da una robusta grata e fornita di un imbuto in ferro per introdurre le elemosine. Sul lato interno, emerge dall’intonaco una pietra incisa con una dicitura in caratteri gotici (11), appartenente ad una costruzione precedente. Immediatamente sotto, una seconda lapide (12) ricorda gli interventi di restauro realizzati nel 1946.

Sull’angolata sud ovest dell’edificio si imposta il campaniletto: interamente realizzato in mattoni a vista, esso si apre con un’elegante cella campanaria definita da quattro archi a tutto sesto e si conclude con una cuspide formata da elementi in cotto appositamente sagomati per definire il cono circolare di copertura. La campana, sorretta da un telaio in legno molto semplice, venne fusa in sostituzione di quella asportata nel 1918 dagli austriaci durante la prima guerra mondiale.

Nella zona absidale, proprio dietro l’altare, si trova infine l’iscrizione, dipinta sulla parete, che ricorda l’avvenuto recupero del famoso altare ligneo e del relativo trittico. Essa si è resa visibile in occasione dello spostamento temporaneo dell’opera per le necessarie operazioni di restauro ma oggi risulta naturalmente coperta.
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